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mercoledì 16 settembre 2015

NINJA 1000



MOTORE
  • Tipologia motore Raffreddato a liquido, 4 tempi, Cilindri in linea
  • Cilindrata 998 cm³
  • Alesaggio e corsa 76.0 x 55.0 mm
  • Rapporto di compressione 13.0:1
  • Distribuzione/aspirazione DOHC, 16 valves
  • Sistema di iniezione Iniettori: φ47 mm x 4 (Keihin) con farfalla ovale, doppia iniezione
  • Iniezione Digitale
  • Avviamento Elettrico
  • Lubrificazione Lubrificazione forzata, Carter umido


TELAIO
  • Tipo di telaio Doppia trave in alluminio
  • Angolo di inclinazione del cannotto di sterzo/avancorsa 25°/ 107 mm
  • Corsa ruota anteriore 120 mm
  • Corsa ruota posteriore 140 mm
  • Pneumatico anteriore 120/70ZR17M/C (58W)
  • Pneumatico posteriore 190/55ZR17M/C (75W)
  • Angolazione dello sterzo sinistra/destra 27° / 27°


PERFORMANCE
  • Massima potenza 147.1kW {200.1PS} / 13,000 rpm
  • Massima potenza con sistema RAM di immissione dell ’ aria 154.4kW {209.9PS}/ 13,000 rpm
  • Coppia massima 112 N•m {11.4kgf•m} / 11,500 rpm


TRASMISSIONE
  • Trasmissione 6 marce, con folle
  • Trasmissione finale Catena sigillata
  • Rapporto di trasmissione 1.681 (79/47)
  • Rapporti: 1a 2.600 (39/15)
  • Rapporti: 2a 2.053 (39/19)
  • Rapporti: 3a 1.737 (33/19)
  • Rapporti: 4a 1.571 (33/21)
  • Rapporti: 5a 1.444 (26/18)
  • Rapporti: 6a 1.348 (31/23)
  • Rapporto di trasmissione finale 2.294 (39/17)
  • Frizione Umida multi-disco, manuale


FRENI
  • Freno anteriore Doppio Disco semi-flottanti da 310 mm a petali, 10 punti di sostegno in alluminio. Pinze: 2 radiali a 4 pistoncini contrapposti
  • Freno posteriore Singolo disco da 220 mm PInza: singola, pistoncino in alluminio.


SOSPENSIONI
  • Sospensione anteriore La forcella BPF, con steli da φ43 mm di diametro, è uno dei più importanti fattori che contribuiscono alla grande compostezza in frenata della nuova Ninja ZX-10R.
  • Sospensione posteriore La sospensione posteriore back-link orizzontale libera lo spazio occupato dal leveraggio inferiore dell'Uni-Trak, permettendo l'adozione di una precamera più grande, che a sua volta, permette di utilizzare una marmitta più corta con conseguente maggiore accentramento della massa.


DIMENSIONI
  • Dimensioni (L x L x A) 2.075 x 715 x 1.115 mm
  • Interasse 1,425 mm
  • Altezza da terra 135 mm
  • Altezza della sella 813 mm
  • Capacità serbatoio 17 litres
  • Peso 198 kg / 201 kg (ABS)


NINJA 600



MOTORE
  • Tipologia motore 4 tempi, 4 cilindri in linea, raffreddato a liquido
  • Cilindrata 599 cm3
  • Alesaggio e corsa 67.0 x 42.5 mm
  • Rapporto di compressione 13.3:1
  • Distribuzione/aspirazione DOHC, 16 valvole
  • Sistema di iniezione Iniezione carburante: Ø38 mm x 4 (Keihin) con sottovalvole a farfalla ovali, iniezione doppia
  • Iniezione Digitale
  • Avviamento Elettrico
  • Lubrificazione Lubrificazione forzata a carter umido


TELAIO
  • Tipo d  telaio Perimetrale, pressato alluminio
  • Angolo di inclinazione del cannotto di sterzo/avancorsa 25˚ / 103 mm
  • Corsa ruota anteriore 120 mm
  • Corsa ruota posteriore 134 mm
  • Pneumatico anteriore 120/70ZR17M/C (58W)
  • Pneumatico posteriore 180/55ZR17M/C (73W)
  • Angolazione dello sterzo sinistra/destra 27°/27°


PERFORMANCE
  • Massima potenza 94.1 kW {128 PS} / 14,000 giri
  • Massima potenza con sistema RAM di immissione dell ’ aria 98.5 kW {134 PS} / 14,000 giri
  • Coppia massima 66.7 N.m {6.8 kgf.m} / 11,800 giri


TRASMISSIONE
  • Trasmissione 6 marce, estraibile
  • Trasmissione finale Catena sigillata
  • Rapporto di trasmissione 1.900 (76/40)
  • Rapporti: 1a 2.714 (38/14)
  • Rapporti: 2a 2.200 (33/15)
  • Rapporti: 3a 1.850 (37/20)
  • Rapporti: 4a 1.600 (32/20)
  • Rapporti: 5a 1.421 (27/19)
  • Rapporti: 6a 1.300 (26/20)
  • Rapporto di trasmissione finale 2.688 (43/16)
  • Frizione Dischi multipli in bagno d’olio, manuale


FRENI
  • Freno anteriore A doppio disco semiflottante da 300 mm (xt6 mm) a margherita Ad attacco radiale con 4 pistoncini contrapposti (in alluminio) e 4 pastiglie, Nissin
  • Freno posteriore Singolo disco a margherita da 210 mm (x t5 mm) Flottante a singolo pistoncino, pistone in alluminio, Tokico


SOSPENSIONI
  • Sospensione anteriore Forcella upside-down con steli da 41 mm e molle a sbalzo smorzamento di compressione: Continuo smorzamento di estensione: Continuo precarico molla: Totalmente regolabile (0-15 mm)
  • Sospensione posteriore Uni-Trak con ammortizzatore a gas, molla a sbalzo e supporto superiore con cuscinetto a sfera smorzamento di compressione: Continuo, doppio range (velocità alta/bassa) smorzamento di estensione: 25 posizioni precarico molla: Totalmente regolabile (5.5-15.5 mm)


DIMENSIONI
  • Dimensioni (L x L x A) 2.090 mm x 705 mm x 1.115 mm
  • Interasse 1.400 mm
  • Altezza da terra 120 mm
  • Altezza della sella 815 mm
  • Capacità serbatoio 17 litri
  • Peso 191 kg


SPECIFICHE TECNICHE
  • Conformità ai limiti UE

NINJA 300


MOTORE
  • Tipologia motore Raffreddamento a liquido, 4 tempi, 2 cilindri in linea
  • Cilindrata 296 cm3
  • Alesaggio e corsa 62.0 x 49.0 mm
  • Rapporto di compressione 10.6:1
  • Distribuzione/aspirazione DOHC, 8 valvole
  • Sistema di iniezione Iniezione carburante: ø32 mm x 2 (Keihin), con doppia valvola ovale
  • Iniezione Elettronica
  • Avviamento Elettrico
  • Lubrificazione Lubrificazione forzata, carter umido


TELAIO
  • Tipo di telaio Tubolare a diamante in acciaio
  • Angolo di inclinazione del cannotto di sterzo/avancorsa 27° / 93 mm
  • Corsa ruota anteriore 120 mm
  • Corsa ruota posteriore 132 mm
  • Pneumatico anteriore 110/70-17 M/C 54S
  • Pneumatico posteriore 140/70-17 M/C 66S
  • Angolazione dello sterzo sinistra/destra 35° / 35°


PERFORMANCE
  • Massima potenza 29.0 kW {39 PS} / 11,000 rpm
  • Coppia massima 27.0 N.m {2.8 kgf.m} / 10,000 rpm


TRASMISSIONE
  • Trasmissione 6 marce con folle
  • Trasmissione finale Catena sigillata
  • Rapporto di trasmissione 3.087 (71/23)
  • Rapporti: 1a 2.714 (38/14)
  • Rapporti: 2a 1.789 (34/19)
  • Rapporti: 3a 1.409 (31/22)
  • Rapporti: 4a 1.160 (29/25)
  • Rapporti: 5a 1.000 (27/27)
  • Rapporti: 6a 0.857 (24/28)
  • Rapporto di trasmissione finale 3.000 (42/14)
  • Frizione Multi-disco a bagno d'olio, manuale


FRENI
  • Freno anteriore Disco singolo, da 290 mm a margherita Pinza singola ad azione bilanciata a doppio pistoncino
  • Freno posteriore Disco Singolo da 220 mm a margherita Pinza a doppio pistoncino


SOSPENSIONI
  • Sospensione anteriore Forcella telescopica da 37 mm
  • Sospensione posteriore Bottom-Link, Uni-Trak, ammortizzatore caricato a gas, regolazione precarico su 5 posizioni


DIMENSIONI
  • Dimensioni (L x L x A) 2,015 mm x 715 mm x 1,110 mm
  • Interasse 1,405 mm
  • Altezza da terra 140 mm
  • Altezza della sella 785 mm
  • Capacità serbatoio 17 litres
  • Peso 172 kg / 174 kg (ABS)


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lunedì 14 settembre 2015

MANA 850 GT



L’ultima versione della automatica di Noale continua a stupire per il rendimento su strada e l’inaspettato piacere di guida che sa fornire sia in città sia più impegnativi percorsi guidati. Un concetto motociclistico completamente inedito e in parte geniale, un piccolo manifesto di capacità tecnologica e coraggio, unita a quel filo di trasgressione che da sempre è nel DNA di Aprilia.
Del resto Mana 850 si propone di rendere più accessibile il mondo della moto e delle sue emozioni a tutte le tipologie di utente. La versione GT di Mana nasce proprio per questo: un’elegante semicarenatura perfettamente integrata nella linea della moto arriva a proteggere pilota e passeggero nei lunghi trasferimenti così come nel commuting giornaliero, aumentandone la vocazione turistica.
Facile e intuitiva, poco affaticante nella guida la Mana si rivela anche un’ottima moto nell’uso stradale più intenso grazie a doti dinamiche e ciclistiche di grande pregio. Stabile e precisa si affida a sospensioni molto perforanti e a un impianto frenante di grandi dimensioni amplificando il concetto di sicurezza attiva tipico di questo tipo di moto. Ideale alternativa allo scooter di grande cilindrata e ottimo surrogato di molte naked alle quali ha poco da invidiare nella guida sportiva. La versione GT di serie oltre ad offrire il comodo cupolino, un vano porta oggetti ausiliario e una presa accendisigari, propone anche l’ABS di serie.

Motore
Il cuore comune della Mana è un bicilindrico da 839 cc, con una potenza all’albero di circa 75 CV, anche se la Mana nella nostra prova al banco ha fatto registrare una potenza superiore di circa 4,5 CV alla ruota (53,9 per il GP contro i 58,3 CV della Mana). Si tratta di un motore non eccessivamente superquadro, dove la misura dell’alesaggio è molto vicina a quella della corsa (88 x 69 mm); questa caratteristica, unita alla configurazione bicilindrica, regala un'elevata coppia già a bassi regimi, anche se a parziale discapito della potenza massima e dell’allungo agli alti.
La distribuzione usa uno schema piuttosto semplice dotato di un singolo albero a camme in testa che muove le quattro valvole presenti in ciascun cilindro. La gestione elettronica del motore passa anche per un sofisticato sistema di iniezione elettronica Weber Marelli, che utilizza un singolo corpo farfallato da 38 mm e un sistema di accensione con due candele per cilindro; soluzioni che consentono una combustione ottimale ad ogni regime a tutto vantaggio del rendimento termodinamico del motore e, quindi, delle prestazioni e della riduzione delle emissioni inquinanti.

Telaio
Il motore della Mana è imbrigliato in un rigido telaio a traliccio in acciaio, collegato posteriormente a un forcellone monolitico in alluminio. Il monoammortizzatore è posizionato lateralmente e consente di liberare spazio prezioso per lo scarico nella delicata zona dietro al motore, consentendo al tempo stesso di realizzare una moto molto compatta, con solo 1.463 mm di interasse. La forcella è un'unità a steli rovesciati da 43 mm di diametro e l’escursione della ruota è di 120 mm.

Trasmissione
La Mana è dotata di un cambio molto avanzato, perché il sistema consente di ottenere una risposta del motore perfettamente ben accordata con la trasmissione, rapido e progressivo grazie al sistema di variazione continua di tipo CVT. La differenza rispetto ai sistemi CVT classici degli scooter è insita nello sfruttamento di un motorino passo-passo, che nella modalità di cambiata sequenziale, disponibile solo sulla Mana, permette al pilota di selezionare il rapporto inserito senza però dover azionare la leva della frizione, che infatti non è presente sull'Aprilia, sfruttando una cinghia per la trasmissione primaria e la catena per quella secondaria. In modalità sequenziale le due semipulegge del cambio CVT non si spostano in modo progressivo, ma su sette posizioni predefinite tramite un servomeccanismo.
A questo corrispondo i sette rapporti disponibili in modalità manuale. In modalità automatica ci sono invece tre diverse mappe: la Standard, per un uso quotidiano, che prevede un intervento del variatore che tende a mantenere il motore in corrispondenza della coppia massima, minimizzando i consumi, la Sport, che strutta il motore verso i regimi più alti, perfetta quindi per ottenere maggiore allungo e migliori doti di accelerazione, e la Rain, che eroga la potenza in modo particolarmente dolce, per evitare perdite di aderenza sulla ruota motrice in caso di eventuali fondi scivolosi.

Su strada
Guidare una moto senza avvalersi dell’uso del cambio si può, ce lo dimostra con fascino e naturalezza la nuovissima proposta di casa Aprilia nel campo delle moto nude di media cilindrata. Si chiama Mana e conquista il suo pubblico con un design singolare e decisamente curato. Molto personale nelle linee estetiche, dominate dal grande serbatoio che nasconde “furbamente” al suo interno un ampio vano portaoggetti in cui si può addirittura riporre un casco integrale, permettendo così di usufruire dello stesso spazio di un bauletto senza le controindicazioni estetiche e dello spostamento dei pesi tipici di questo accessorio.

È la prima moto della storia in grado di unire in un solo mezzo i vantaggi di comfort e praticità tipici di uno scooter, come la mancanza del cambio e della leva frizione, proponendo così una guida più facile e confortevole, con un'impostazione di guida da moto “vera”, ben caricata sull’anteriore e dotata di sospensioni e freni di ottimo livello, che le donano una guidabilità e una maneggevolezza decisamente elevate. A colpire è proprio la risposta del motore, che lavora in perfetta simbiosi con il sistema di trasmissione, sempre rapido e progressivo, con un sistema di variazione continua di tipo CVT.

Tale sistema consente di scegliere ben quattro modalità di intervento e di diverso funzionamento del cambio, dalla standard a quella sportiva, alla “rain”, fino a quella completamente manuale, tramite la quale le marce vengono richiamate in salita o in scalata con due pulsanti posti sulla blocchetto sinistro del manubrio. Per i più tradizionalisti la stessa operazione di selezione del rapporto può essere effettuata anche utilizzando il classico selettore del cambio a pedale che resta presente sulla moto.

L’accelerazione da fermo e le partenze dal semaforo diventano così il suo punto di forza, grazie anche alla grande coppia del bicilindrico a V di 90° da ben 839 cc e alla progressione immediata e senza cali o interruzioni al momento della cambiata. In città si apprezza il cambio automatico, che non costringe a continui azionamenti della leva della frizione nelle ripartenze da fermo, né all’uso del selettore a pedale.

In curva emerge una buona solidità dell’anteriore e una valida capacità di piega, mentre le sospensioni ben frenate nella fase finale della corsa regalano una grande stabilità anche all’aumentare della velocità. La protezione aerodinamica si dimostra accettabile, soprattutto per il tipo di mezzo, mentre se si vuole contenere la mancanza di freno motore in fase di decelerazione è sufficiente posizionare il cambio sulla modalità manuale.

Basta guidarla per pochi metri perché la Mana riesca a convincere anche i motociclisti più scettici e integralisti sulla bontà delle sue scelte tecniche, convincendo gli amanti della guida su due ruote ormai stufi di alternare la guida dello scooter nel classico tragitto casa-ufficio a quella della moto durante le uscite domenicali. Non a caso sui passi delle dolomiti ci siamo tolti numerose soddisfazioni nella guida sportiva, tenendo con grande semplicità e poco impegno un ritmo difficilmente avvicinabile da sportive e motard che provavano tenere le nostre traiettorie per più di due tre curve.

In inserimento infatti il freno motore quasi assente aiuta molto la discesa in piega e la velocità di ingresso in curva riesce a mantenersi sempre molto elevata, senza i classici rallentamenti in ingresso anche dopo aver mollato i freni. Praticamente impeccabili i nuovi pneumatici Pirelli Diablo Angel ST che equipaggiano di serie la Mana, rapidissimi nell’entrare in temperatura anche con temperature piuttosto rigide come quelle incontrate sui passi alpini, ed esenti da incertezze anche su fondi umidi o a bassa aderenza, mantenendo una buona stabilità anche in velocità e in frenata.

Unico piccolo neo della Mana in fase di uscita di curva, riaprendo completamente e con decisione il gas nelle pieghe più decise (quando in pratica la pedana sfiora il terreno) il piccolo effetto on off legato al “riattacco” della trasmissione automatica che scarica inizialmente in modo poco progressivo la potenza alla ruota tende ad innescare qualche piccolo scivolamento della ruota posteriore.

Scheda tecnica
Motore: 2 cilindri a V di 90°, 4T
Raffreddamento: a liquido
Cilindrata: 839 cc
Potenza: 76,1 CV (56 kW) a 8.000 giri/min
Coppia 73 Nm (7,45 kgm) a 5.000 giri/min
Alimentazione: iniezione elettronica, diametro del corpo farfallato singolo 38 mm
Capacità serbatoio carburante: 16 litri
Trasmissione: primaria a cinghia, finale a catena
Frizione: automatica centrifuga
Cambio: sequenziale a gestione elettronica
Telaio: a traliccio in acciaio
Sospensioni: ant. forcella rovesciata da 43 mm, post. forcellone con monoammortizzatore regolabile
Pneumatici: ant. 120/70 ZR17, post. 180/55 ZR17
Impianto frenante: ant. doppio disco flottante in acciaio da 320 mm, post. disco singolo in acciaio da 260 mm
Altezza sella: 800 mm
Interasse: 1.463 mm
Peso a secco: 203 kg
Prezzo: 10.550, euro

domenica 13 settembre 2015

TUONO



L'Aprilia Tuono è una moto stradale naked (sprovvista di protezioni aerodinamiche) prodotta dall'Aprilia, questo modello è stato presentato in tre diverse cilindrate: 50, 125 e 1000 cm³.

TUONO 50
L'Aprilia Tuono 50 è il ciclomotore naked della casa motociclistica di Noale e riprende in modo quasi identico le livree della 125; il modello risulta essere molto simile al modello RS125, dato che entrambi utilizzano la stessa ciclistica e componenti, comunque questo modello non ha avuto molto successo e infatti è rimasto in produzione solo per due anni, dal 2003 al 2004.

TUONO 125
L'Aprilia Tuono 125 è la moto della casa di Noale, che in Italia è stata proposta solo depotenziata per permetterne l'utilizzo ai sedicenni e riprende le livree della più grande Tuono 1000; anche questo modello risulta essere molto simile al modello RS di pari cilindrata, dato che entrambi utilizzano la stessa ciclistica e componenti.
Anche questa moto, come la sorella di cilindrata minore, è rimasta in produzione solo per due anni, dal 2003 al 2004.

TUONO 1000
L'Aprilia Tuono 1000 è una bicilindrica raffreddata a liquido, costruita su base RSV Mille presentata e commercializzata per la prima volta nel 2002.
Alla presentazione questa naked innovativa presentava una potenza elevata per un modello privo di carenatura (125 Cv e un cupolino derivato direttamente dalla carena della sportiva RSV Mille. Dedicata a un utilizzo prettamente stradale, questa 1000 si presta anche ad utilizzi più sportivi, una novità per questo segmento. Nel 2003 è stata presentata la RSV Mille Tuono R Limited Edition, prodotta in serie limitata e numerata in soli 200 esemplari. Impreziosita da carbonio e magnesio è una vera chicca per i collezionisti.
Dello stesso anno anche la RSV Mille Tuono Racing che nasce per consacrare l'indole sportiva di questa moto. Carbonio ovunque, ruote in alluminio forgiato la rendono leggerissima, è dotata di sospensioni Ohlins. Viene presentata in versione stradale e solo pista.
Il 2006 è l'anno del cambio generazionale della Tuono, utilizzando la componentistica dell'RSV 1000 R del 2004; è nuova anche nel nome, che perde il prefisso 'RSV' ed esprime la cilindrata con caratteri numerici, guadagna in agilità ed in peso, ma anche in potenza massima che arriva a 139Cv. La Tuono 1000 R Factory viene prodotta in 300 esemplari all'anno, presenta sospensioni Ohlins, ruote in alluminio forgiato e particolari in carbonio. Viene prodotta anche negli anni 2007 e 2008 con modifiche prettamente estetiche .
Nel 2007 viene presentata la Tuono 1000 R Daytona, replica della moto che ha trionfato nel 2007 alla gara di endurance a Daytona. Prodotta in 150 esemplari è una variante grafica della Tuono R.


DORSODURO 750




La Dorsoduro è una motocicletta prodotta da Aprilia a partire dal 2008 e appartiene alla categoria Supermotard (anche se da alcuni è ritenuta una naked).
Il motore che spinge questa moto è un bicilindrico da 750cm³ che eroga 92cv a 8.750 giri e una coppia di 82 Nm a 4.500 giri. La moto è una delle prime ad adottare la tecnologia Ride by Wire, che permette di controllare elettronicamente l'apertura dei corpi farfallati in base a diversi parametri in modo da ottimizzare l'erogazione della potenza in ogni situazione.
La centralina mette a disposizione tre mappe: Sport, Touring e Rain, selezionabili tramite un apposito switch sul manubrio che permettono di adattare al meglio l'erogazione del motore e la sua risposta all'acceleratore in base alle condizioni di guida.
Un aspetto che caratterizza ulteriormente questa moto è la ciclistica di buon livello, la moto presenta infatti forcelle rovesciate da 43mm e freni a disco a margherita che le conferiscono un comportamento sempre facile e sicuro anche su strade con molte asperità.
La moto è disponibile sia in versione ABS che in versione ABS Factory, che presenta raffinate sospensioni Sachs completamente regolabili e alcune sovrastrutture in carbonio.
A fine ottobre 2010 è stata presentata la nuova Dorsoduro 1200 che dispone di un bicilindrico da 1200 cm³ che eroga 130 CV a 8.700 giri e una coppia massima di 115Nm a 7.200 giri. Come la sorella di cilindrata inferiore ha il Ride by Wire, le tre mappature del motore ed il sistema anti bloccaggio, mentre per gestire la maggiore potenza è stato aggiunto il controllo di trazione. Rispetto alla 750 base ha sospensioni completamente regolabili (come la Factory) ed un impianto frenante più efficace marcato Brembo anche se, rispetto alla sorella di cilindrata inferiore, perde un po' di agilità a vantaggio di una maggiore stabilità e di una maggiore precisione direzionale. Le uniche differenze estetiche con la 750 sono la sella ricamata e i due nuovi silenziatori sottosella.
Nel 2008 la Dorsoduro di serie guidata dall’italiano Andrea Padovani si è classificata quinta nella ottantaseiesima Pikes Peak International Hillclimb, una massacrante corsa che si tiene nelle montagne del Colorado e che consiste nello scalare una delle più alte montagne degli Stati Uniti fino a 4300 metri di quota lungo una salita di sterrato di 20 km di lunghezza. La gara è stata vinta da un'altra Aprilia, la SXV 5.5 condotta dall’americano Davey Durelle.
Nel 2009 la Dorsoduro sarà impegnata nel Campionato Europeo SuperMoto, nella nuova categoria HyperMoto, riservata a motard di fascia alta, insieme a KTM, BMW e Ducati. Per l'occasione verrà usata la Dorsoduro RR, una versione racing della Dorsoduro da 138 kg di peso e 100 CV di potenza massima.

sabato 12 settembre 2015

CAPONORD



L'Aprilia ETV 1000 Caponord è un modello di motocicletta enduro stradale prodotta dalla casa motociclistica Aprilia.

PRIMA SERIE
Nel 2001 Aprilia lancia su strada la prima serie di questa moto, che durerà fino al 2003, sfruttando il proprio know how nella progettazione dei telai, maturata negli anni in particolare nelle classi del Motomondiale Classe 125 e 250 permette ad Aprilia di progettare un telaio doppio trave laterale curvato e inclinato, ossia un telaio perimetrale costituito da un doppio trave a geometria variabile in lega di alluminio e magnesio su cui poggia un telaietto reggisella smontabile in acciaio.
Il cannotto di sterzo, è saldato al telaio e sorregge il sistema di forcelle anteriori da 50mm della Marzocchi caratterizzate da una escursione di 175 mm, mentre il forcellone posteriore è in lega di alluminio e magnesio, con corpo centrale fuso a conchiglia, bracci estrusi e terminali forgiati, è munito con una sospensione pluriregolabile Sachs, con biellismo progressivo con escursione di 185mm. Il Caponord è equipaggiato di serie con pneumatici tubeless montati su cerchi a raggi di tipo tangenziale che in concomitante presenza di mozzi cavi dotati di perni di grande diametro hanno un'elevata rigidità torsionale.
Per quanto riguarda il motore è sempre dell'austriaca Rotax bicilindrico, il V998 già in uso sulle sorelle RSV, Tuono, Futura e Falco, ma rivisto in molti particolari, così come il cambio, rivisto per essere più robusto, inoltre rispetta la normativa Euro I.
Per quanto riguarda la linea, viene dettata da un approfondito esame aerodinamico delle sovrastrutture nella ricerca di garantire il miglior comfort di marcia.

SECONDA SERIE
La seconda serie della ETV vede il debutto con annesso il restyling solo nel 2004; a prima vista appare evidente la modifica della parte anteriore, gli indicatori di direzione integrati nella carenatura danno spazio a nuove frecce con profilo a goccia con vetrino trasparente.
Cambiano anche alcuni componenti interni, innanzitutto la mappatura del Rotax V-990 diventa più fruibile e accondiscendente verso regimi di rotazione più bassi nonostante l'architettura intrinseca del motore austriaco non possa scendere a troppi compromessi. Elemento rivisto approfonditamente è stato invece il regolatore di tensione. Dopo che nelle prime versioni era stato riscontrato un cablaggio dal calibro troppo esiguo, la nuova versione presenta una cavetteria di più alta resistenza.
Cambiano anche alcuni particolari come le protezioni ai lati dei silenziatori, prima neri ora in acciaio satinato e la conformazione del cavalletto centrale (offerto sempre come optional) che nella prima serie tendeva a toccare terra nelle pieghe più spinte.
La struttura anteriore rimane la medesima, forcelle Marzocchi da 50 mm, ma le molle vengono sostituite con altre di tipo progressivo. Il monoammortizzatore posteriore rimane anche in questo caso il Sachs a cui viene riprogettato il sistema di regolazione sul precarico, mantenendo comunque l’effetto progressivo della sospensione. Sotto la sella pilota viene aggiunta una guaina isolante estraibile in gomma in grado di evitare l’eccessivo riscaldamento della sella soprattutto nel periodo estivo e durante le lunghe soste ai semafori nella guida urbana.
A partire dal 2005 viene fornito con sistema ABS di serie disinseribile tramite un pulsante posto sulla destra del cruscotto. Costruito in collaborazione con Brembo e Bosch, che è caratterizzato da doppi sensori che contemporaneamente leggono la rotazione di entrambe le ruote, nel caso in cui una delle ruote si bloccasse la centralina modula la pompa ABS posta davanti al monoammortizzatore è sdoppiata e comanda in maniera indipendente la ruota anteriore e quella posteriore, le quali adottano freni a disco generosi, con impianto frenante muniti di tubi in treccia metallica. Il sistema è comunque disinseribile nel caso di guida su terreni accidentati come ghiaia, sabbia e fango e dove è l’affondamento della ruota nel terreno che permette innanzitutto l’arresto del veicolo.
Inoltre queSta seconda serie viene omologata Euro II.
Nel 2013 è stata lanciata la versione 1200 della Caponord. È dotata di un propulsore bicilindrico a V di 90° da 125 cv di potenza e del sistema elettronico Aprilia Dynamic Damping, che permette al mezzo di settare dinamicamente le sospensioni in base al carico e al tipo di terreno e di andatura. È stato inoltre installato il Ride-By-Wire che permette di settare il motore nelle opzioni Touring, Sport e Rain in base alle esigenze del pilota. L’alimentazione è costituita da due corpi farfallati e due doppi iniettori multiholesper abbinati ad un'accensione tipo Twin Spark con pipette di tipo Stick-coil. Il moto viene trasmesso dal propulsore alla ruota attraverso la trasmissione finale a catena, mentre la parte elettronica viene alimentata da un generatore dotato di una potenza di 690 Watt. Il telaio è realizzato in tubi d'acciaio. L'impianto frenante implementa ABS e freni Brembo con doppi dischi flottanti da 320 mm nella sezione anteriore con morsi da due pinze monoblocco a 4 pistoncini e attacco radiale, mentre nel retrotreno si trovano un disco da 240 mm e una pinza flottante a singolo pistoncino.

I comandi sono di tipo classico facilmente raggiungibili senza togliere le mani dalle manopole che vengono protette da paramani a tutta fascia di serie.
Il cruscotto, a sfondo blu con tre diversi gradi di luminosità, è diviso in tre zone, sulla sinistra il tachimetro, il contachilometri totale e parziale, al centro il contagiri con ben evidente la spia verde della folle mentre sulla destra compare il display multifunzione indicante la temperatura del liquido di raffreddamento, la temperatura atmosferica, l’ora e la benzina ancora disponibile sotto forma di torta a spicchi. Il display ha anche funzione di diagnostica che mediante diversi codici numerici indica la presenza di un malfunzionamento. Sull’apice del cruscotto sono presenti le spie della pressione dell’olio, del cavalletto laterale aperto e della diagnostica del motore. Al momento di girare la chiave viene effettuato un controllo generale che viene evidenziato dall’illuminazione di tutte le spie.
Il peso elevato della moto (238 kg) può creare imbarazzo nelle manovre da fermo e sino a 10–15 km/h dopodiché influisce in maniera molto minore. I piedi del pilota appoggiano sulle larghe pedane ricoperte di gomma antisdrucciolo e le ginocchia si accomodano nelle ampie anse del serbatoio dalla capienza di 25 litri di benzina, la sella è ampia e incavata. Il passeggero trova alloggio su una sella con seduta a diversa altezza rispetto a quella del pilota e ha a disposizione delle ampie maniglie d'appiglio.
La frizione è dotata di sistema idraulico e della possibilità di regolare la distanza della leva in base alle proprie esigenza (anche quella del freno è regolabile). La frizione è inoltre dotata di dispositivo antisaltellamento. Il motore è previsto principalmente per regimi di rotazione superiori ai 3.000 giri al minuto, cosa che si fa notare nell'uso cittadino.
L’ETV sembra maggiormente destinato alle lunghe maratone autostradali e ai curvoni veloci. L'autonomia può raggiungere e superare i 350 chilometri.
Oltre all’abitabilità per pilota e passeggero, il Caponord offre una possibilità di carico che può arrivare fino a 130 litri grazie al baule centrale (che può ospitare 2 caschi integrali) e le due valigie laterali rigide a goccia. Possibilità che può oltremodo aumentare mediante una classica borsa da serbatoio che può essere montata mediante cinghie.
L’illuminazione notturna è garantita dal doppio faro polielissoidale.